I piloti concordano: «Singapore il GP più duro. Bastano pochi giri per invocare una Safety Car»

Se Spa rappresenta per i piloti l’università della Formula1, un luogo in cui testare a pieno tutte le loro capacità tecniche di guida, Singapore di certo non è da meno. Sul piano tecnico le due piste non si possono nemmeno lontanamente mettere a confronto, ma se c’è una gara che un conducente teme da punto di vista dello stress fisico e mentale, quella è sicuramente la corsa che si svolge a Marina Bay.

Durante la conferenza stampa di ieri sono stati in molti i piloti che hanno tentato di raccontare le sfide a cui il tracciato cittadino li espone. Sainz(Ferrari) ha detto che durante l’inverno affronta la preparazione fisica pensando a questo appuntamento perché Se si è pronti ad affrontare Singapore, lo si è per qualsiasi gara (leggi qui la sua dichiarazione completa). Mentre Perez (Red Bull) ha commentato: “Giro dopo giro il caldo non fa che aumentare e non fai che pregare per l’ingresso di una Safety Car, così da respirare un po’” (qui l’intervista integrale).

Il pensiero di Gasly

Assieme ai due, in sala stampa erano presenti anche altri colleghi. Tra questi Pierre Gasly(AlphaTauri), che ha aggiunto: Fare un confronto con qualsiasi altro circuito è davvero complicato. Affrontiamo queste condizioni soltanto una o due volte l’anno. Il tasso di umidità è così elevato che anche le persone a passeggio all’interno del Paddock sudano tantissimo. Immaginate come possiamo sentirci noi all’interno dell’abitacolo con la tuta, gli indumenti ignifughi, la balaclava e il casco”.

Si perdono fino a 2,5 Kg/litri di liquidi durante la gara, il che ha un certo impatto sulla nostra concentrazione. Questo rappresenta una sfida anche riguardo l’attenzione”, ha proseguito il francese. “Guidare al limite e cercare di avvicinarti sempre più ai muri, giro dopo giro per migliorare il lap-time richiede un enorme sforzo mentale. Credo che questa sia la gara più dura dell’anno per noi”.

Bottas lo paragona ad una sauna

Dello stesso avviso Bottas (Alfa Romeo) che paragona le sessioni di Marina Bay ad una Sauna mite e umida. È così che ci sentiamo con gli indumenti che indossiamo all’interno dell’abitacolo. Il flusso d’aria non viene sempre garantito in macchina, e certe volte è anche del tutto assente. Il layout poi non ti permette mai di riposare. L’asfalto è accidentato e questo porta ulteriore stress sul fisico. La gara inoltre dura due ore e arrivare alla fine è davvero un duro lavoro”.

La drammatica prima esperienza di Ricciardo

Daniel Ricciardo(McLaren) invece, per dare un quadro più dettagliato della situazione, ha voluto renderci partecipi della disastrosa esperienza del 2011 quando ha corso per la prima volta a Singapore al volante dell’HRT: “Non vorrei essere troppo duro con me stesso, ma… Ho fatto schifo. Erano soltanto due mesi che correvo in F1, non avevo avuto la possibilità di prendere parte alla stagione completa, quindi il mio fisico si stava ancora abituando a guidare la vettura su una distanza di 90 minuti”.

“Ovviamente, ho tentato di prepararmi al meglio, ha proseguito secondo quanto riportato dal sito ufficiale della F1. “Devo ammettere però che non sono andato in sauna tutti i giorni. Non sapevo quanto questo si fosse ripercosso su di me… Al primo giro ho riportato un danno all’ala anteriore e sono finito subito fuori gara. A livello motivazionale è stata dura arrivare in fondo. Faceva tutto schifo e lì mi sono promesso che non avrei mai più voluto sentirmi così al volante di una vettura da corsa. Singapore richiede certamente qualche sforzo in più”.

 

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Foto: Red Bull Racing

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