Power unit 2026, Audi conferma: «Red Bull ha già un prototipo sul dyno. Ora tocca a noi»

La definizione dei regolamenti relativi alle power unit 2026 ha richiesto più tempo del previsto. Tra le motivazioni anche, ovviamente il coronavirus, che ha portato i vertici e i team di F1 a dover risolvere problemi certo più urgenti rispetto a quello dei motori. Con le normative approvate dal World Motor sport Council il 17 agosto scorso, era chiaro che sarebbe occorso aspettare solamente pochi giorni prima che l’Audi, uno dei principali produttori di cui si attendeva l’ingresso nella categoria, desse l’annuncio ufficiale.

Grazie ad una lunga intervista condotta da ‘RacingNews365.com’ possiamo ora però scoprire cosa è avvenuto dietro le quinte e quali sono i programmi della nota casa tedesca per il futuro.

Partiamo dall’inizio. Da quando il brand ha effettivamente deciso di effettuare realmente l’ingresso nella massima serie del motorsport. Stando a quanto appreso dalla nota testata olandese il 19 luglio 2022 (quasi con un mese d’anticipo) sarebbe giù stato depositato il nome di una nuova società, la ‘Audi Formula Racing GmbH’, avente il seguente atto costitutivo: “Società adibita a svolgere le attività richieste come produttore di propulsori per progetti di sport motoristici. In particolar modo allo sviluppo, la produzione e la vendita dei motori corrispondenti”. Che tradotto, significa che l’Audi non parteciperà al campionato in veste di team costruttore, ma si limiterà a fornire la power unit a delle squadre clienti.

La rinuncia della F1 all'MGU-H si è rivelata determinante nella decisione Audi

Uno degli aspetti che hanno garantito l’ingresso in F1 dell’Audi è stata l’abolizione dell’MGU-H, in merito alla quale il direttore tecnico Stefan Dreyer ha affermato: “Era un requisito fondamentale, abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Se non ci fossimo riusciti non saremmo entrati. Si tratta di un componente molto complesso in cui le altre squadre avevano un enorme vantaggio in termini di Know-how. In più, è qualcosa che non riguarda la produzione in serie, quindi non vedevamo proprio ragione di spingere su questa tecnologia”.

La Red Bull ha già un prototipo che gira al banco (un ICE sprovvisto di parte ibrida)

Proseguendo nell’intervista raccolta da ‘RacingNews365.com’ il direttore tecnico si lascia scappare una chicca, confermando le parole rilasciate da Horner (leggi qui) soltanto qualche giorno fa: La Red Bull è già riuscita ad avere un motore in funzione sul dyno(banco prova, ndr). Speculazioni a parte, possiamo solamente congratularci con loro. Ora però tocca a noi”. Il prototipo realizzato dalla Red Bull stando a quanto compreso sarebbe sprovvisto della parte ibrida (solo ICE), ma ciò potrà garantire al team di Milton Keynes un piccolo vantaggio sulla concorrenza che procederà alla realizzazione del suo primo progetto partendo essenzialmente da uno 'schizzo' su un foglio, mai testato (ho una specie di deja-vu… Voi no?).

Dreyer: "Assemblare un motore di F1 è un'intervento chirurgico a cuore aperto"

“Per quanto ci riguarda, prima di dare il via alla fase di implementazione, avevamo bisogno che il consiglio interno approvasse il progetto, afferma Dreyer spiegando il motivo per cui l’Audi non sarebbe ancora in possesso di un prototipo. Cercheremo anche di reclutare più personale, perché abbiamo assolutamente bisogno di attingere a nuove risorse e competenze esterne. Assemblare un motore di F1 è come effettuare un intervento chirurgico a cuore aperto. Non esiste un manuale e abbiamo grande rispetto per ciò che ci attende”.

Le preoccupazioni di fornire più team clienti

Tra le difficoltà più grandi, in qualità di fornitore, vi è quella della complessa realizzazione di altre parti, come la scatola del cambio, che se da un lato, il fatto di essere realizzate direttamente dal produttore garantisce una miglior efficienza delle componenti, dall’altro incontra le differenti richieste dei vari team, alle prese con un diverso concept del loro retrotreno (lato telaio).

"Per diventare un fornitore di spicco in Formula1, devi concentrarti anche sulla realizzazione di altre componenti come la trasmissione. Più elementi il produttore riesce a realizzare in casa propria, maggiore sarà la loro efficienza e coordinazione con la power unit. L’alloggiamento però varia da squadra a squadra e questo è un problema che ci dovremo preparare ad affrontare, ha affermato il direttore tecnico confermando in un certo senso la volontà di voler fornire sin da subito diversi team.

Obiettivi e possibili partnership

Un aspetto importante, soprattutto perché, più vetture si riesce ad equipaggiare “Maggiore saranno i dati che si potranno raccogliere. Più clienti avremo meglio sarà.Vogliamo vincere e non entreremmo in F1 se non avessimo questo obiettivo in mente. Questo è ciò che ci spinge, ma difficilmente ci riusciremo subito al primo anno. Inizialmente punteremo ad essere nella mischia ed ottenere dei buoni risultati individuali, come essere affidabili e competitivi. Se non resteremo indietro e non avremo alcun problema allora saremo ben posizionati per il futuro”, ha concluso.

Ovviamente entrando in Formula1 in qualità di fornitore, c’è tanta attesa di sapere chi, tra i team presenti in griglia sarà disposto a credere nel progetto e a scegliere di essere la prima squadra (o le prime, nel caso fossero più di una) ad equipaggiarsi della power unit Audi. La Saubersembra essere tra le più papabili, ma per questo manca ancora tempo. Non possiamo escludere nulla. Tali partnership potrebbero essere ufficializzate a breve come anche tra qualche mese, o addirittura anno… Il 2026 non è poi così vicino e le squadre vorranno giustamente avere delle garanzie riguardo al progetto.

 

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Foto: Red Bull Racing, Audi

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